Questa piccola guida è rivolta ai genitori neoeletti in Consiglio di Istituto con l’intento di agevolare il compito che sono chiamati a svolgere.
Ringraziamo il Dirigente Scolastico prof. Paolo Cosulich per la preziosa consulenza.
IL CONSIGLIO D’ISTITUTO
Cos’è il Consiglio di Istituto?
Il C.d.I. è l’organo di indirizzo e di gestione degli aspetti economici e organizzativi generali della scuola. In esso sono rappresentate tutte le componenti dell’Istituto (docenti, genitori e personale non docente) con un numero di rappresentanti variabile a seconda delle dimensioni della scuola.
Nelle scuole con popolazione scolastica superiore a 500 alunni
- otto rappresentanti del personale docente
- due rappresentanti del personale A.T.A.
- otto rappresentanti dei genitori
Il Dirigente scolastico è membro di diritto del C.d.I. che, secondo l’attuale normativa, è presieduto da un genitore e si rinnova con cadenza triennale tramite ELEZIONI.
Cosa fa il Consiglio di Istituto?
Le attribuzioni del Consiglio sono descritte dal Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n.° 297 “Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione relative alle scuole di ogni ordine e grado” (art. 10). In particolare il C.d.I.:
1) Elabora e adotta gli indirizzi generali e determina le forme di AUTOFINANZIAMENTO della scuola
2) Delibera il PROGRAMMA ANNUALE, ex bilancio, e il conto consuntivo; stabilisce come impiegare i mezzi finanziari per il funzionamento amministrativo e didattico
3) Il consiglio di circolo o di istituto, fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante, su proposta della giunta, per quanto concerne l'organizzazione e la programmazione della vita e dell'attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio, nelle seguenti materie:
a) adozione del regolamento interno del circolo o dell'istituto che deve fra l'altro, stabilire le modalità per il funzionamento della biblioteca e per l'uso delle attrezzature culturali, didattiche e sportive, per la vigilanza degli alunni durante l'ingresso e la permanenza nella scuola nonché durante l'uscita dalla medesima, per la partecipazione del pubblico alle sedute del consiglio ai sensi dell'articolo 42;
b) acquisto, rinnovo e conservazione delle attrezzature tecnico-scientifiche e dei sussidi didattici, compresi quelli audio-televisivi e le dotazioni librarie, e acquisto dei materiali di consumo occorrenti per le esercitazioni;
c) adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali;
d) criteri generali per la programmazione educativa;
e) criteri per la programmazione e l'attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche, extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività complementari, alle visite guidate e ai viaggi di istruzione;
f) promozione di contatti con altre scuole o istituti al fine di realizzare scambi di informazioni e di esperienze e di intraprendere eventuali iniziative di collaborazione;
g) partecipazione del circolo o dell'istituto ad attività culturali, sportive e ricreative di particolare interesse educativo;
h) forme e modalità per lo svolgimento di iniziative assistenziali che possono essere assunte dal circolo o dall'istituto.
4. Il consiglio di circolo o di istituto indica, altresì, i criteri generali relativi alla formazione delle classi, all'assegnazione ad esse dei singoli docenti, all'adattamento dell'orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali e al coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe; esprime parere sull'andamento generale, didattico ed amministrativo, del circolo o dell'istituto, e stabilisce i criteri per l'espletamento dei servizi amministrativi.
5. Esercita le funzioni in materia di sperimentazione ed aggiornamento previste dagli articoli 276 e seguenti.
6. Esercita le competenze in materia di uso delle attrezzature e degli edifici scolastici ai sensi dell'articolo 94.
7. Delibera, sentito per gli aspetti didattici il collegio dei docenti, le iniziative dirette alla educazione della salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze previste dall'articolo 106 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309.
Il C.d.I. nella sua prima seduta, elegge, tra i suoi membri, una Giunta Esecutiva.
Cos’è la Giunta esecutiva?
È un organo esecutivo: tra i suoi compiti vi è, ad esempio, quello di controllare la corretta applicazione delle delibere del C.d.I.; inoltre, deve essere bene informata sulle esigenze della scuola e saperne recepire le varie istanze, ponendosi sempre al servizio del Consiglio.
La Giunta viene rinnovata, come il C.d.I., ogni tre anni tramite elezioni e negli istituti di istruzione secondaria superiore è composta da: un genitore, uno studente, un insegnante, un rappresentante del personale A.T.A. Sono membri di diritto della Giunta il Dirigente Scolastico, che la presiede in rappresentanza dell’istituto, e il Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi (D.S.G.A.), che svolge anche funzioni di segretario della Giunta. È possibile invitare alla Giunta Esecutiva il Presidente del Consiglio d’Istituto, formalmente come uditore.
Cosa fa la Giunta esecutiva?
Predispone il programma annuale e il conto consuntivo, prepara i lavori del Consiglio di Istituto, esprime pareri e proposte di delibera, cura l'esecuzione delle delibere, propone al C.d.I. il programma delle attività finanziarie allegando un'apposita relazione e il parere di regolarità contabile del Collegio dei Revisori, predispone il materiale necessario alla corretta informazione dei Consiglieri. Può avere competenze riguardo i provvedimenti disciplinari a carico degli alunni: le deliberazioni sono adottate su proposta del rispettivo Consiglio di classe, secondo procedure definite dal Regolamento.
La Giunta predispone l’O.d.G. del Consiglio tenendo conto delle proposte formulate dal Presidente, dai singoli Consiglieri, dai Consigli di Classe, dal Collegio dei Docenti e dalle Assemblee dei Genitori. Rispetto alle proposte della Giunta, organo esecutivo, il Consiglio, organo deliberante, ha comunque il diritto di iniziativa, ovvero la possibilità di deliberare in modo diverso rispetto alle proposte fatte dalla Giunta.
Cos’è e cosa fa una Commissione?
Su tematiche particolarmente complesse, dove risultasse necessario o utile sviluppare momenti di confronto, lavoro comune, indagine e ricerca, analisi e proposte, il C.d.I. può costituire gruppi di lavoro con un preciso mandato. Laddove possibile, è opportuno cercare di formare Commissioni miste, composte cioè da più componenti (docenti, genitori, studenti). Pur nella ristrettezza dei tempi disponibili, la Commissione può garantire al Consiglio un adeguato momento di approfondimento che dà qualità all’informazione, alla consultazione, al confronto, al processo decisorio.
Come si diventa Presidente del Consiglio d’Istituto?
Il Presidente è eletto alla prima riunione del Consiglio, mediante votazione segreta, tra i rappresentanti dei genitori membri del Consiglio: i genitori in questo caso sono contemporaneamente elettori e candidati. All’elezione partecipano tutte le altre componenti del Consiglio.
In prima votazione il Presidente è eletto a maggioranza assoluta dei votanti (metà + 1 dei componenti) altrimenti, in seconda votazione, a maggioranza relativa (metà + 1 dei presenti).
Il Consiglio può deliberare di eleggere, con le stesse modalità previste per l’elezione del Presidente, anche un Vice Presidente che assumerà le attribuzioni del Presidente in caso di sua assenza. In caso di assenza anche del Vice Presidente, le attribuzioni del Presidente sono esercitate dal Consigliere genitore più anziano.
Quando il Presidente decade dalla carica, si deve procedere a nuova elezione.
Che cosa fa il Presidente del Consiglio d’Istituto?
Convoca il C.d.I. su richiesta del Dirigente Scolastico, della Giunta Esecutiva, di almeno un terzo dei Consiglieri o di sua iniziativa e a sua discrezione, se la richiesta proviene da meno di un terzo dei Consiglieri. Soltanto la prima convocazione del Consiglio è disposta e presieduta dal Dirigente Scolastico (di solito fino all’elezione del Presidente). Egli presiede e cura l’ordinato svolgimento delle sedute del Consiglio, affidando ad un membro del Consiglio – oppure a turno a più membri - le funzioni di Segretario per la redazione dei verbali. In caso di votazioni e di delibere con esito di parità, il voto del Presidente vale doppio.
Il Presidente scioglie la seduta in mancanza del numero legale dei Consiglieri; può sospenderla temporaneamente per esaminare delibere e mozioni.
• Succede spesso che un genitore sia quasi costretto a candidarsi come Presidente di C.d.I. “perché altrimenti non lo fa nessuno”. Una volta eletto, tuttavia, può riscoprire motivazioni, capacità, potenzialità e tutte le altre doti indispensabili per svolgere il suo ruolo: attenzione, competenza, consapevolezza, disponibilità, diplomazia, entusiasmo, sensibilità.
Qual è il ruolo dei vari componenti del C.d.I.?
• Presidente: conduce la riunione
• Dirigente Scolastico: illustra le proposte della Giunta; rappresenta l’Istituzione scolastica
• Genitori: discutono e formulano proposte, rappresentando le rispettive componenti
• Docenti: discutono e formulano proposte, rappresentando le rispettive componenti
• Personale ATA: discutono e formulano proposte, rappresentando le rispettive componenti
Scadenze importanti e temi particolari:
√ programma annuale (revisori per la parte economica; Giunta per la predisposizione della relazione accompagnatoria; componenti per l’analisi qualitativa, in confronto con POF, risorse e priorità)
√ conto consuntivo (revisori per la parte economica; Dirigente e DSGA per la predisposizione della relazione, discussione in Giunta, discussione ed approvazione del Consiglio per confronto qualitativo fra programma previsto e sua realizzazione)
√ linee d’indirizzo per il P.O.F. (rilettura ragionata, eventuale introduzione di modifiche e/o integrazioni )
√ verifica intermedia programma annuale (il monitoraggio in corso d’anno permette di conoscere lo sviluppo dei progetti)
√ criteri per l’organizzazione degli interventi didattici, educativi integrativi, ossia le attività di recupero, sostegno e potenziamento
√ viaggi e visite di istruzione
√ Calendario scolastico
Regolamento C.d.I.
Fatto salvo quanto previsto dalla normativa nazionale, ogni istituto può stabilire regole interne per disciplinare le riunioni del C.d.I.
PICCOLO VOCABOLARIO
∗ ADOZIONE del P.O.F.: l’adozione è un atto formale, in quanto il P.O.F. viene elaborato e modificato dal Collegio Docenti recependo le istanze e i bisogni formativi della comunità, delle istituzioni, del territorio, delle associazioni, dei genitori e degli studenti. Ciò non
toglie che il passaggio in Consiglio determini una responsabilità di Istituto, fornendo l’idea sull’educazione e la formazione che in quella scuola viene offerta, identificando una evidente capacità progettuale oppure di basso profilo, verificando che gli indirizzi generali siano
concretizzati.
∗ AUTOFINANZIAMENTO: il C.d.I. ha personalità giuridica, quindi delibera su contratti pluriennali, adesione a reti di scuole, accordi interistituzionali, accensione di mutui, accettazione di donazioni, ecc. I fondi necessari per l’attività dell’Istituto provengono da trasferimenti Ministeriali (spesso scarsi e in ritardo), da altri Enti e dalle famiglie come, ad esempio: contributi di iscrizione, versamenti per viaggi, attività integrative, ecc. In alcuni casi - e dove presente - l’Associazione Genitori sostiene iniziative formative e progetti propri o della scuola.
∗ INDIRIZZI GENERALI PER IL POF: in particolare il C.d.I. individua la mission di Istituto (ossia gli indirizzi generali, le linee portanti che ispirano l’offerta formativa), stabilisce priorità, valuta e segnala gli aspetti che necessitano di attenzione. Una rilettura dei criteri ad opera di un nuovo Consiglio di Istituto può essere opportuna e utile per ricondurre i confronti e le decisioni alla necessaria visione di istituto ed ai valori che esprime.
∗ PROGRAMMA ANNUALE (ex bilancio) e CONTO CONSUNTIVO: sono vistati dal Collegio dei Revisori che danno garanzia di correttezza formale. Contiene la parte che definisce come acquisire risorse (dal Ministero, da altri Enti, dalle famiglie vedi AUTOFINANZIAMENTO) e come destinare risorse al P.O.F. per progetti e attività; in base alle necessità obbligate e alle priorità stabilite, decide dove vanno impiegate le risorse. Con il Conto Consuntivo viene predisposta una Relazione Conclusiva che relaziona quantitativamente (bilancio) e qualitativamente (progetti finanziati, risultati raggiunti, rispondenza fra il programma previsto e la sua realizzazione nel corso dell’anno, …).
∗ REGOLAMENTO D’ISTITUTO: ogni istituzione cerca di regolare la convivenza civile mediante regole e procedure per poter funzionare” con efficienza ed efficacia. Anche le regole hanno principi ispiratori che vengono stabiliti o modificati congiuntamente dal C.d.I. ascoltando le proposte delle varie componenti. Recentemente i giornali hanno focalizzato l’importanza del regolamento di disciplina che ogni istituto delibera autonomamente (v. anche Regolamento C.d.I.).
• Basta riflettere con consapevolezza su queste cinque voci per comprendere l’importanza del ruolo di ciascuno in un C.d.I. attento al miglioramento complessivo, in una visione di istituto.
• C’è spazio di iniziativa, studio, ricerca e proposta per ogni componente. La capacità di rappresentanza dei genitori eletti in Consiglio d’Istituto presuppone un collegamento con i rappresentanti di classe ed il Comitato Genitori.
• È possibile conoscere per tempo la tempistica con le principali scadenze, così da poter organizzare i lavori del Consiglio in tempo utile e non sull’urgenza.
ALCUNI CONSIGLI AI NEOELETTI (O ASPIRANTI TALI)
…validi per chiunque intenda risparmiare tempo avvalendosi delle esperienze e delle fatiche di “vecchi genitori” che hanno scoperto come fare… facendolo.
a) Rapporti con il Dirigente - Incontrare e conoscere il Dirigente Scolastico per inquadrare il tipo di rapporto che sarà possibile instaurare: si spera il più possibile improntato alla disponibilità, al dialogo e al confronto e non irrigidito nel convenzionalismo burocratico o, peggio, nella contrapposizione ad ogni costo. Spiegare cosa ci si aspetta dal lavoro del Consiglio e ascoltare
cosa il Dirigente si aspetta da voi.
b) Conoscere - Essere preparati aiuta a svolgere con competenza il proprio ruolo: è fondamentale quindi conoscere il regolamento di istituto, le norme che riguardano il Consiglio, i contenuti del P.O.F. e l’organigramma d’istituto; può risultare utile consultare i verbali delle sedute precedenti. Avere consapevolezza del proprio ruolo: ascoltare, mediare, informarsi, dibattere documentando le proprie riflessioni e percorsi, con il massimo rispetto del lavoro altrui e soprattutto delle persone; e poi prendere le decisioni che si ritengono giuste. Con un'avvertenza: Non si è nel Consiglio solo per rivendicare, ma per contribuire a costruire la comunità scolastica che, con i suoi limiti e le sue ricchezze, consenta la migliore formazione possibile agli studenti.
c) Rapporti con il Consiglio - È possibile chiedere di dedicare una seduta all'informazione e alla formazione su tempi e compiti del Consiglio, così che ognuno sappia e condivida. Non è detto infatti che i docenti eletti abbiamo maggiore conoscenza del ruolo da svolgere in Consiglio; certamente la formazione aiuta genitori e studenti. Ai punti successivi alcuni aspetti importanti da condividere:
√ Ordine del giorno e riunioni: ogni componente deve rivolgersi ai propri rappresentanti nella Giunta Esecutiva per segnalare temi da discutere, proposte, problemi, ecc. Altre regole sono stabilite dal Regolamento che può essere distribuito per iniziativa della scuola oppure su richiesta. Curare che le sedute si svolgano in orari che favoriscano la partecipazione di tutte le componenti (genitori, docenti, studenti, personale A.T.A.). È possibile organizzare sedute di ricerca/studio per analizzare temi cruciali. Le decisioni sono prese a maggioranza dei presenti, con il doppio valore al voto del Presidente in caso di parità.
√ Modalità di lavoro: definire le modalità di lavoro per assicurarsi di avere informazioni e documenti in tempo utile prima della riunione, poter approfondire temi complessi anche con commissioni miste di lavoro prima di arrivare alle delibere, poter avere accesso alla scuola se la si vuole conoscere dall'interno.
d) Rapporti con gli altri genitori - È meglio fare sistema, lavorando almeno con i rappresentanti attraverso il Comitato Genitori, la bacheca, una cassetta postale, una mailing list, incontri periodici. L’obiettivo è quello di informarsi e rendersi consapevoli delle problematiche da segnalare, per evitare che il Presidente e i genitori del Consiglio rappresentino se stessi anziché la maggioranza.
e) Rapporti con i docenti - Relazionarsi anche in modo informale o tramite il Comitato Genitori per stimolare la collaborazione, attivare iniziative e scambiare esperienze in modo fruttuoso.
f) Rapporti con l’esterno - Aggiornarsi e guardare all’esterno: conoscere ciò che avviene negli altri istituti e sul territorio, partecipare a convegni, riunioni o semplicemente leggere “di scuola” allarga gli orizzonti, aiuta a diventare sempre più propositivi e ad acquisire l’esperienza necessaria per migliorare l’operato dei genitori impegnati nella scuola e divenire risorsa preziosa e qualificata. Gli strumenti non mancano: siti internet e riviste specializzate, corsi, convegni, sportelli genitori, mailing list, manuali, ecc. ecc. ecc.
g) Infine, ricordate che il Presidente non rappresenta solo i genitori, ma tutto l'Istituto.
NORME DI RIFERIMENTO:
Per quanto non esplicitamente previsto dalla legge, vale quanto riportato nel Regolamento di Istituto o nel Regolamento del C.d.I. (ove esistente). In particolare si vedano:
• Decreto Interministeriale 1 febbraio 2001, n. 44 – Regolamento concernente le “Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche”
• Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 – “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione”
• Decreto Interministeriale 28 maggio 1975 – “Istruzioni amministrativo-contabili per i circoli didattici, gli istituti scolastici d'istruzione secondaria ed artistica statali e per i distretti scolastici”
• Circolare Ministeriale 16 aprile 1975, n. 105: “Applicazione del regolamento tipo nelle more dell'adozione del regolamento interno”
• Ordinanza ministeriale 15.7.1991, n. 215 “Testo unificato delle disposizioni concernenti le elezioni degli organi collegiali a livello di circolo-istituto”
FONTI:
Si sono consultati i seguenti siti web: www.edscuola.com – www.genitoriescuola.it. www.comitatigenitori.it
Si sono consultati i seguenti siti web: www.edscuola.com – www.genitoriescuola.it. www.comitatigenitori.it